Risarcimento danno endofamiliare: la svolta del Correttivo Cartabia

Risarcimento del danno endofamiliare: la svolta epocale del Correttivo Cartabia

Aprile 2, 2025
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Risarcimento del danno endofamiliare: il Correttivo Cartabia rivoluziona il diritto di famiglia. Scopri come cambia la possibilità di ottenere giustizia nei procedimenti di separazione e divorzio.

Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 164/2024, noto come correttivo Cartabia civile, il quadro normativo del risarcimento del danno endofamiliare subisce una modifica sostanziale. La riforma incide profondamente sulle modalità di richiesta di risarcimento per violazione dei doveri familiari, intervenendo su aspetti sia procedurali che sostanziali.

L’elemento centrale di questa innovazione è la riscrittura dell’art. 473-bis c.p.c., che amplia il rito speciale per persone, minorenni e famiglie alle domande di risarcimento del danno endofamiliare. Questa modifica rappresenta un cambio di paradigma significativo, con ripercussioni sia per i soggetti coinvolti sia per i professionisti del diritto.

Per comprendere appieno la portata di questa riforma, è essenziale analizzare il contesto giuridico precedente, le novità introdotte e le loro possibili conseguenze.

Il Danno Endofamiliare nel Sistema Giuridico Italiano

Per lungo tempo, il danno endofamiliare non ha trovato spazio nel sistema risarcitorio italiano. La giurisprudenza ha a lungo considerato la famiglia un’area protetta, in cui il diritto non doveva entrare troppo profondamente. La nota metafora di C.A. Jemolo, che descrive la famiglia come un’isola che il diritto può solo lambire, ben rappresenta questa concezione.

L’orientamento prevalente riteneva che i doveri familiari avessero una valenza esclusivamente morale e non potessero costituire base per richieste risarcitorie. Inoltre, si riteneva che il diritto di famiglia offrisse già strumenti sufficienti a disciplinare tali violazioni, come l’addebito della separazione (Cass. 3367/1993 e Cass. 4108/1993).

Tuttavia, dagli anni 2000 in poi, si assiste a un progressivo riconoscimento del danno endofamiliare. Una svolta significativa arriva con la Cassazione n. 9801/2005, che sancisce la risarcibilità del danno derivante dalla violazione dei doveri familiari quando questi ledono diritti costituzionalmente garantiti.

Da questo momento, la giurisprudenza e la dottrina si interrogano su due aspetti fondamentali:

  1. La natura e i limiti del danno endofamiliare: si cerca di definire i criteri per il riconoscimento del risarcimento, bilanciandoli con il diritto di famiglia.
  2. Le modalità processuali di richiesta del risarcimento: si discute se sia possibile cumulare la domanda di risarcimento con il giudizio di separazione o divorzio, oppure se sia necessario proporre un giudizio separato.

Per lungo tempo, l’orientamento giurisprudenziale ha seguito la seconda ipotesi, ritenendo che i due procedimenti dovessero restare distinti, poiché regolati da riti diversi (Cass. 20638/2004, Cass. 9915/2007, Cass. 11828/2009, Cass. 18870/2014).

Un’eccezione era prevista solo dall’art. 709-ter c.p.c., che consentiva il risarcimento nell’ambito delle controversie relative all’esercizio della responsabilità genitoriale (Cass. 27147/2021). La riforma Cartabia del 2023 aveva recepito questa impostazione, confermandola nell’art. 473-bis.39 c.p.c..

L’arrivo del correttivo Cartabia civile, con il D.Lgs. 164/2024, cambia radicalmente questo scenario.

L’Innovazione del Correttivo Cartabia Civile

Il D.Lgs. 164/2024 modifica il codice di procedura civile, prevedendo che le domande di risarcimento del danno endofamiliare rientrino nel rito speciale per persone, minorenni e famiglie.

Questa innovazione ha due effetti principali:

  1. Il rito famiglia si applica anche alle domande di risarcimento del danno per violazione dei doveri familiari.
  2. Le richieste di risarcimento possono essere presentate nel giudizio di separazione, divorzio o scioglimento dell’unione civile, nonché nelle cause relative alla regolamentazione della responsabilità genitoriale.

Si tratta di una modifica significativa, che elimina la necessità di due giudizi separati, semplificando il percorso processuale.

Le Conseguenze della Nuova Normativa

L’estensione del rito famiglia alle domande di risarcimento ha molteplici conseguenze:

  • Riduzione dei costi e dei tempi processuali: prima era necessario instaurare due procedimenti distinti, con il correlato dispendio di risorse economiche e temporali. Ora, un’unica procedura consente di trattare contemporaneamente sia le questioni familiari che le domande risarcitorie.
  • Aumento del contenzioso: l’accessibilità del risarcimento potrebbe incentivare un numero maggiore di richieste, alcune delle quali prive di reale fondamento giuridico.
  • Necessità di una giurisprudenza solida: per evitare un abuso dello strumento risarcitorio, sarà fondamentale che la magistratura operi una selezione rigorosa, accogliendo solo le domande che presentano un effettivo quid pluris.

Un ulteriore aspetto di rilievo riguarda il regime delle preclusioni.

Il Tema delle Preclusioni e l’Istruttoria

Il rito famiglia presenta un regime di preclusioni più rigido rispetto al rito ordinario. In particolare:

  • Domande, eccezioni e istanze istruttorie devono essere formulate interamente nella fase introduttiva.
  • Le preclusioni si applicano solo ai diritti disponibili (art. 473-bis.19 c.p.c.).
  • Nuove prove possono essere presentate fino alla precisazione delle conclusioni, ma solo per questioni legate all’affidamento e al mantenimento di figli minori o non autosufficienti.

Ciò significa che, se la domanda risarcitoria è proposta autonomamente, si applica il regime ordinario delle preclusioni. Tuttavia, se viene presentata nell’ambito di un giudizio familiare, possono emergere nuove prove anche in una fase avanzata, influenzando l’accertamento del danno.

Ad esempio, in una causa per affidamento esclusivo, potrebbero emergere elementi probatori che incidono sulla valutazione del danno endofamiliare, anche se inizialmente non erano stati dedotti.

Questo impone agli avvocati una maggiore prontezza strategica, poiché il quadro probatorio potrebbe evolversi nel corso del procedimento.

Un cambiamento importante

Il correttivo Cartabia segna un cambiamento importante nel modo in cui viene trattato il danno endofamiliare. La possibilità di chiedere un risarcimento all’interno dello stesso procedimento di separazione o divorzio semplifica il percorso legale, ma allo stesso tempo introduce nuove complessità.

Da un lato, chi ha subito una grave violazione dei doveri familiari può finalmente accedere più facilmente alla giustizia. Dall’altro, si rischia un aumento delle cause legali, con ex coniugi che potrebbero trasformare il tribunale in un nuovo terreno di scontro.

Spetterà ai giudici trovare un equilibrio tra la tutela dei diritti e la necessità di evitare abusi, per non trasformare i procedimenti di famiglia in lunghe battaglie legali che rendano ancora più difficile il già delicato processo di separazione.

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